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322 pensieri (2590-2591)

circostanze ch’ora non accade esporre. Vedi Velleio, libro I, fine. Nati, anzi propagati e adulti i sofisti e cominciata la letteratura greca (non la lingua) a degenerare (massime per la perdita della libertà, da Alessandro, cioè da Demostene in poi), ella con pochissimo intervallo risorge in Sicilia e in Egitto, e ancora quasi in istato di creatrice. Teocrito, Callimaco, Apollonio Rodio ec. Finito il suo stato di creatrice, e dichiaratasi la letteratura greca imitatrice e figlia di se stessa, cioè ridotta, come sempre a lungo andare interviene, allo studio e imitazione de’ suoi propri classici antichi, l’esser questi classici, suoi, e questa imitazione, di se stessa, la preserva dalla corruzione, e purissimi di stile e di lingua riescono Dionigi Alicarnasseo, Polibio, e tutta la φορὰ di scrittori greci contemporanei al buon tempo della letteratura latina; i quali appartengono alla classe, e sono in tutto e per tutto una φορὰ d’imitatori dell’antica letteratura greca, e di quella φορὰ durevolissima di scrittori greci classici, ch’io chiamo φορὰ creatrice. Corrotta già  (2591) la letteratura latina, e sfruttata e indebolita, la greca sopravvive alla sua figlia ed alunna, e s’ella produce degli Aristidi, degli Erodi attici, e altri tali retori di niun conto nello stile (non barbari però, e nella lingua purissimi), ella pur s’arricchisce d’un Arriano, d’un Plutarco, d’un Luciano, ec. che, quantunque imitatori, pur sanno cosí bene scrivere e maneggiar lo stile e la lingua antica o moderna, che quasi in parte le rendono la facoltà creatrice. Aggiungi che in tal tempo la Grecia, colla sua letteratura e lingua incorrotta, era serva, e l’Italia signora colla sua letteratura e lingua imbastardita e impoverita (30 luglio 1822).


*   La storia di ciascuna lingua è la storia di quelli che la parlarono o la parlano, e la storia delle lingue è la storia della mente umana (l’histoire de