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186 | pensieri | (2349-2350) |
la p. 1114), e forse anche di occursare, concursare e altri tali composti. De’ quali tutti bisogna, occorrendo, vedere il Forcellini. Intanto ecco un esempio di Virgilio, dove il verbo recursare è preciso continuativo significante consuetudine (non già frequenza). Parla di Venere; En., I, 662: Urit atrox Juno, et sub noctem cura recursat. Cioè recurrere solet. E notate che Virgilio poteva egualmente dire recurrit, e non senza ragione e proprietà di lingua ha preferito recursat. Questo esempio si può anche riferire alla p. 1148 segg. (13 gennaio 1822). (2350)
* Alto, altezza e simili sono parole e idee poetiche ec. per le ragioni accennate altrove, (pag. 2257), e cosí le immagini che spettano a questa qualità (14 gennaio 1822).
* Alla p. 2349. Virgilio, En., II, 599, 600: et, ni mea cura resistat, Jam flammae tulerint, inimicus et hauserit ensis. In vece di tulissent o ferrent. Locuzione comunissima nell’elegante latinità ed analoga anch’essa al proposito nostro. Cosí En., III, 187, crederet e moveret per credidisset e movisset, avrebbe creduto o mosso. Locuzione pure frequentissima. Traherent per traxissent, En., VI, 537. Admoneat e irruat per admoneret, irrueret, ib., 293-4, e diverberet parimente; modo pure elegante e ordinarissimo. Generalmente si può osservare una gran varietà ed un grand’uso di figure di dizione presso gli scrittori latini circa i tempi del congiuntivo, ora scambiati fra loro, come qui che il perfetto sta in vece del più che perfetto, ora scambiati con quelli dell’indicativo ec. E la stessa varietà si trova intorno ai medesimi tempi nelle tre lingue figlie, varietà o relativa alla lingua latina o ad esse stesse fra loro o a ciascuna di esse in se stessa. Varietà derivata certo dal volgare latino, come si vede per gli addotti esempi (14 gennaio 1822).