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104 | pensieri | (2201-2202-2203) |
quaesii) il participio anomalo quisto (quisto bien o mal) cioè quaestus, cioè quaesitus, giacché sebbene non si trova quaestus participio, si trova però quaestus us verbale (e vedi pagina 2146) e quaestor e quaestura ec. tutte pure contrazioni (2202) di quaesitus us, quaesitor, quaesitura ec., voci che parimente si dicono. Hanno anche gli spagnuoli da quisto, malquisto (come da querido, malquerido) cioè malvoluto, e quindi malquistar (male quaesitare) cioè rendere odioso (Solís), significato figurato e metaforico o almeno non primitivo.
3,o Avvertite che quaeritare è verbo antico. Il Forcellini non ne ha esempii che da Plauto e Terenzio. Quindi forse anche egli non era se non del popolo, eterno conservatore dell’antichità, il quale perciò da quaero non avrà fatto quaesito, ma quaerito dal vecchio quaeritus, che forse conservò parimente come oggi si conserva in ispagnuolo.
4,o Sebbene il Forcellini di quaero e quaeso faccia due verbi ed al primo dia il perfetto sivi e sii, col supino situm, al secondo dia gli stessi perfetti, ma neghi il supino, nondimeno è chiaro che tanto i detti perfetti, quanto il supino e participio non sono in verità di quaero, ma di quaeso. Questo quaeso, dice il Forcellini, è idem quod quaero: quemadmodum dicebant arborem, casmen, valesii, asa, etc. pro arborem, carmen, valerii, (2203) ara etc. Dunque, se quaeso è corruzione di quaero, quaesitus non è che corruzione di quaeritus; quello dunque è participio di quaeso (cioè di un verbo corrotto da quaero), e questo, cioè quaeritus, è il proprio participio di quaero; dunque quaeritare è lo stesso che se si dicesse quaesitare, e non osta niente di piú alla mia regola; ed è formato né piú né meno secondo essa, come qualunque altro continuativo o frequentativo (ch’egli può per la sua forma esser l’uno e l’altro), ed è regolare come venditare da vendere; dunque, in luogo ch’egli dimostri magagna o eccezione nella mia regola, questa anzi aiuta a conoscere