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418 | pensieri | (1876-1877-1878) |
sono le armonie e melodie della prosa e del verso (come pure di ciascuna parola isolata, vale a dir la melodia delle sillabe e lettere, della quale e non d’altro si compone quella di ciascun verso o periodo) perché diverse le assuefazioni, ma in ciascuna lingua rispettivamente la novità è quasi impossibile in questo genere; e ciò che in un’altra lingua è melodioso, per quanto, assolutamente parlando, e prima della diversa o contraria assuefazione, fosse adattabilissimo alla lingua in cui tu scrivi, non lo è piú, perché sconverrebbe coll’assuefazione, e quindi sarebbe sconvenienza e disarmonia. Vedi p. 1879. Laddove quel bello che dipende dall’imitazione, dalla significazione, dall’espression degli affetti ec., dal seguir la natura ec. ec. è infinitamente variabile e suscettivo di novità. E siccome questo bello costituisce la parte principale del bello pittorico, scultorico, poetico ec. (1877) e non dipende cotanto né consiste nell’assuefazione, (la quale non può esser che limitatissima, massime generalmente e nel volgo ec.), però le dette arti belle sono suscettibilissime di novità e varietà. L’architettura, il cui bello costitutivo dipende anch’esso e consiste per la piú parte nell’assuefazione, varia bensí nelle nazioni affatto diverse, come varia la musica e come la melodia della prosa o del verso, ma in nessuna nazione è suscettibile di piú che tanta novità. Ed è questo un nuovo genere di somiglianza fra queste due belle arti, architettura e musica, oltre gli altri da me notati altrove.
E qui osservate come la pittura, scultura, poesia, eloquenza, quelle arti belle in somma, che ho detto esser piú suscettive di novità, quelle appunto, generalmente parlando e considerandole in un certo grado di perfezione, non possono nelle loro principali qualità esser piú che tanto differenti nelle differenti nazioni. E viceversa la musica e l’architettura, arti incapaci di molta (1878) novità e varietà dentro una