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338 | pensieri | (1733-1734-1735) |
Dopo un certo tempo (anche breve) interrogate l’una e l’altra. Quella se ne ricorderà come fosse presente, questa come se non fosse occorso. Quest’osservazione si può fare tutto giorno.
Ma vi sono due specie di attenzioni. Una volontaria ed una involontaria; o, piuttosto, una spirituale, un’altra materiale. (1734) Della prima non si diventa capaci se non coll’assuefazione (e quindi facoltà) di attendere. E perciò gli uomini riflessivi e generalmente gl’ingegni o grandi, o applicati, hanno ordinariamente buona memoria, e si distinguono assai dal comune degli uomini nella facoltà di ricordarsi anche delle minuzie, perché sono assuefatti ad attendere. Della seconda specie sono quelle attenzioni che derivano da forza e vivacità delle sensazioni, le quali colla loro impressione costringono l’anima ad un’attenzione in certo modo materiale. Perciò gli spiriti suscettibili e immaginosi, ancorché non abbiano grande ingegno, o almeno non abbiano l’assuefazione di molto attendere, cosa naturale in questi tali, sono sempre d’ottima memoria, perché tutto fa in loro proporzionatamente maggiore impressione che negli altri. (e questo è forse il piú ordinariamente tutto ciò che si considera per dono naturale di buona e squisita memoria. Vedete com’ella sia nulla per se stessa, e dipendente, anzi quasi (1735) tutt’uno colle altre facoltà mentali). E cosí il dono della memoria pare ad essi ed agli altri naturale ed innato precisamente in loro, perché, senza l’assuefazione di attendere, essi attendono spontaneamente a causa della forza in certo modo materiale delle impressioni. Quindi in gran parte deriva la durevolezza delle ricordanze di ciò che appartiene alla fanciullezza, dove tutte le impressioni, siccome straordinarie, sono vivissime, e quindi l’attenzione è grande benché il fanciullo non ne abbia l’abito. E detta durata, siccome detta attenzione è proporzionata alla diversa immaginativa, suscettibilità, assuefabilità, deli-