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208 pensieri (1518-1519-1520)

tori, di domestici e uffiziali greci d’ogni sorta;  (1519) dopo che la letteratura romana fu definitivamente modellata sulla greca, come la russa, la svedese, la inglese del secolo d’Anna sulla francese; dopo tutto ciò la lingua romana doveva necessariamente, quando anche non si sapesse di fatto, imbarbarire a forza di grecismo, sí quanto ai particolari, sí quanto all’indole. E bisogna attentamente osservare che il grecismo di que’ tempi non era già quello d’Erodoto o di Senofonte, e perciò la lingua e stile romano non fu mai semplice né inartifiziato, ma quello di Luciano, di Polibio ec., cioè contorto, lavorato, elegante artifiziosamente e similissimo all’andamento del latino (Vedi p. 1494-'6'). Il quale andamento molto si sbaglierebbe chi lo credesse passato dal latino nel greco. Fu tutto l’opposto e derivò dall’influenza del greco di allora, il quale né allora né mai fu soggetto all’influenza del latino. E se la lingua e lo stile latino classico fu sommamente piú artifiziato per indole che il greco classico, ciò si deve attribuire all’indole della grecità contemporanea al classico latino (18 agosto 1821).  (1520)


*   Tutte le nazioni hanno naturalmente il loro particolar modo di vivere, di pensare, di concepire (come lo hanno gl’individui), di vedere e idear le cose ec. Quindi tutte le lingue hanno i loro propri e distinti caratteri, a’ quali corrisponde quello delle parole lor proprie. Non si troveranno in due diverse lingue due parole sinonime che minutamente considerate esprimano un’idea precisamente ed interamente identica. Alcune parole perfettamente considerate bastano talvolta a dipingere il carattere della vita, del pensiero, dell’intelletto, dell’immaginazione, delle opinioni ec. del popolo che le adopera. Quindi, mutato costume e carattere, si muta indispensabilmente l’indole della lingua (18 agosto 1821).