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148 pensieri (1416-1417-1418)

la semplicità, la naturalezza  (1417) francese, sia affettazione, artifizio, ricercatezza per noi, e la semplicità ec. italiana, sia rozzezza per li francesi, intollerabile e ridicola. E pur tutti conveniamo nel giudicar bello e grazioso il semplice e naturale, come tutti ci accordiamo nel giudicar bello il conveniente, senza accordarci nel giudicare della convenienza.


     Le altre nazioni non differiscono meno tra loro, e per gl’inglesi non sarà bastantemente naturale né semplice quello che lo è per gl’italiani, e viceversa sarà sconcio e rozzo per gl’italiani quello ch’é naturale, semplice, naïf per gl’inglesi ec. ec.


     I tempi differiscono assai di piú. Lasciamo stare la letteratura classica greca paragonata colla classica latina, che pur si formò su di quella. I trecentisti ci piacciono assai anche oggi, ma oggi chi scrivesse precisamente come loro, in questa lingua, ch’é pur la stessa, sarebbe giudicato barbaro, e quella semplicità ec. ec. parrebbe eccessiva, cioè sconveniente, inverisimile, e non piú naturale oggidí, quantunque  (1418) la natura in quanto all’essenziale non si muti. I francesi gustano i latini e i greci, ma si guarderebbero bene dall’imitarne molte cose, che in quelli non li disgustano, anzi paiono loro bellezze, perché le giudicano convenienze relativamente alle circostanze della loro natura, de’ tempi ec. Del resto non mancano francesi che anche quanto al bello antepongano la loro letteratura alle antiche, segno di falso gusto, cioè allontanato dalla natura piú gradi che non ne sono allontanati gli altri gusti. I francesi di buon gusto, cioè piú naturale, gusteranno anche gl’italiani classici, sebbene tanto opposti alla loro maniera. Li gusteranno però meno di quello che facciano (ed effettivamente lo fanno) le altre nazioni, e saranno offesi di molte che a noi e agli altri paiono naturalezze. Non dico niente delle letterature e gusti orientali, o selvaggi ec. ec.