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(1411-1412-1413) pensieri 145

coi mezzi semplici ec. ec. (il che massimamente apparisce dalla  (1412) mia teoria della natura) almeno quanto all’apparenza delle cose. La quale solo bisogna considerare circa il bello, giacché la natura forzatamente e contro natura scoperta e svelata non è piú natura, qual ella è; e quindi non è piú fonte di bellezza ec. ec. 2o, La semplicità è bella, perché spessissimo non è altro che naturalezza; cioè si chiama semplice una cosa, non perch’ella sia astrattamente e per se medesima semplice, ma solo perché è naturale, non affettata, non artifiziata, semplice in quanto agli uomini, non a se stessa e alla natura ec.

Per queste e non per altre ragioni la semplicità forma parte essenziale e carattere del buon gusto, e sebbene gli uomini se ne possono allontanare, certo però vi tornano, cioè tornano alla natura, la quale nelle cose essenziali è immutabile. Perciò le poesie o scritture greche saranno sempre belle, non riguardo al bello in se stesso, ma riguardo alla semplicità e naturalezza loro ec. E quei tempi e quei paesi e quegli uomini che non le hanno apprezzate o le hanno disprezzate, si chiamano e furono di cattivo gusto,  (1413) non perché non conoscessero ec. le leggi eterne e necessarie del bello, come si dice, le quali non esistono, ma perchè, a forza di assuefazioni ec. corrotte, cioè non naturali e quindi non proprie non convenienti all’uomo, si erano ridotti a non conoscere o misconoscere e non sentir la natura, che è veramente o può dirsi eterna. E però ripugnavano al gusto che solo può durare ed essere universale negli uomini, perché solo ha il suo fondamento nella realtà delle cose quali sono; e il loro gusto, non potendo né piacere a tutti né per lungo tempo, era falso in quanto a questo, non in quanto a sè. Cosí dico delle pitture, statue, architetture greche. Cosí della letteratura italiana, la quale intanto è universalmente preferita, malgrado le