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352 pensieri (1029-1030)



*    Alla p. 991. Eccetto il solo Fedro, o ch’egli fosse trace, come è creduto comunemente (la lingua della letteratura in Tracia era la greca, come mostrano Lino Orfeo traci, e il piú recente Dionigi famoso gramatico detto il Trace) o macedone, come vuole il Desbillons (Disputatio I, de Vita Phaedri, praemissa Phaedri fabulis, Manhemii 1786, p. V, seq.). La cui latinità, sebbene a molti non pare eccellente e perfettissima, certo però è superiore al mediocre (11 maggio 1821).


*    Alla p. 245. La lingua francese si mantiene e si manterrà lungo tempo universale, a cagione della sua struttura ed indole. È certo però che l’introduzione di questa lingua nell’uso comune e il principio materiale della sua universalità si deve ripetere e dalla somma influenza politica della Francia nel tempo passato e dalla sua influenza morale come la piú civilizzata nazione del mondo, e per conseguenza dalle sue mode ec. o vogliamo dire dalla moda di esser francese,  (1030) dal regno e dittatura della moda, che la Francia ha tenuto e tiene ec.; e principalissimamente ancora dalla sua letteratura, dalla estensione di lei e dalla superiorità ed influenza che ella ha acquistata sopra le altre letterature, non per altro, se [non] per essere esclusivamente e propriamente moderna, e perché la letteratura precisamente moderna è nata, a causa delle circostanze politiche, morali, civili ec., prima che in qualunque altra nazione, in Francia e quivi è stata coltivata piú che in qualunque altro luogo e piú modernamente o alla moderna che in qualunque altro paese. Ma la durata di questa universalità, quando anche cessino le dette ragioni, come in parte sono cessate, essa la dovrà alla sua propria indole; laddove quella tal quale universalità acquistata già dalle lingue spagnuola, italiana ec. è finita insieme colle ragioni estrinseche che la