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noi per lunghi spazi e di mari, e di terre assai discosti.

In siffatti studi dunque di umanità sino al termine della vita, senza mai intermettere, versatosi, più monumenti delle sue lettere lascionne; i quali tutti in due maniere scritti son presso di noi; alcuni in materno, altr’in latino sermone già dati a luce. Le opere vulgari parte in verso, parte in prosa veggonsi divise (IV). E tutte queste cose, comunque constasse, lui adolescente, fossero scritte, pure veggiamole di tanto tepore, e di tanta eleganza cosperse, e imbellite, che anche i meno istrutti delle latine lettere, purché di mediocre ingegno, son tocchi sentitamente alla leggiadria del suo parlare. Quindi avviene, ch'essi educati a quelle sue piacevoli maniere di dire, spesse fiale appariscano eleganti. I latini scritti al pari son di due modi: alcuni dettonne in versi, altr’ in prosa. Il carme buccolico in sedici ègloghe acconciamente divise; ed alcune epistòle poetiche eziando compose. Tutto il resto in prosa. Avvegnaché scrisse nove libri de’ casi degli uomini illustri a Carlo Cavalcante, personaggio di ordine equestre,e prefetto del Regno della Sicilia: altro libro su le celebri donne a donna Andrea Acciajoli Contessa di Altavilla. Finalmente l’esimia opera delle Genealògie, in quindici libri ordinatamente partita, dedicò ad Agone inclito Re di Gerusalemme, e di Cipro; la quale per universal sentimento fra tutte le altre sue primeggia (V).


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