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i caratteri morali


Il greco ha [testo greco], per mettere in evidenza che il vanesio le vesti della cerimonia se le fa fare espressamente dal sarto.

I sacrifizi in onore di Cibele si chiamavano così perché nell’occasione si mangiavano focacce di orzo con latte. Perciò erano suntuosi, e però il vanesio si gloria di potere annunziare al popolo, dopo celebrato i sacrifizi, la buona notizia delle focacce che gli erano regalate in... pasto.

Accetto la lezione [testo greco] dei codici più recenti, ma è buona anche l’altra del codice vaticano, [testo greco], se la si corregge in [testo greco], cioè a dire; «e va a casa a raccontarlo alla moglie, come se abbia vissuto una gran bella giornata», o anche, per l’uso del participio, «come vivendo un bel giorno».

    Ad Esculapio il nostro eroe dedica un dito di rame, perché forse un | patereccio gli aveva procurato enfiamenti e febbri. Leggo col Naber [testo greco], invece di [testo greco] del codice vaticano: ma è probabile che debba rimanere il [testo greco], «anello», del codice, giacché negl’inventari del tempio di Asclepio riprodotti in iscrizioni figurano assai spesso gli anelli.

22.

LA TENACITÀ

La tenacità1 è difetto di ogni ambizione che comporti spese, e il gretto è cotal uomo che riuscito vittorioso con un coro tragico offre a Dioniso una benda di legno con sopra scrittovi il suo nome2; e quando il popolo fa volontarie offerte in assemblea3, egli alzatosi se ne va via zitto zitto. E allorché marita la figliola, vende le carni della vittima toltene quelle dei sacerdoti, e prende a nolo per le nozze servitori che mangino a casa propria4. E se comanda una trireme stende in corsia le coperte del pilota e mette da parte le proprie5; e quando ci son le feste delle Muse6 è capace di non mandare a scuola i figliuoli, ma dice che sono ammalati affinché non paghino il contributo. E tornando dall’aver fatto la spesa al mercato, porta da sé la carne e gli erbaggi in seno7. E rimane a casa, se ha dato la veste a smacchiare;


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