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CAPO XX. 57

Dalle loro riviere solcano i primi far vela per la Corsica, la Sardegna e l’Affrica, sopra piccole navicelle guernite di rozzi arredi1: nè meno sicuri scorrevano i marinari Campani (progenie degli Amalfitani) gli stessi mari, con una specie particolare di barche lunghe e veloci2. Con pari franchezza i Rutuli d’Ardea andavano visitando i lor confratelli ne’ lidi orientali della Spagna3. Ma i Volsci d’Anzio e di Terracina, forniti di migliori navi, furono anche li più temuti, come audacissimi nell’arte marinaresca. Valentia che insieme coi Campani doverono principalmente all’antica fratellanza cogli Etruschi4. Con tutto ciò navigando essi con legni fragili in un solo circuito del Mediterraneo occidentale, e per paesi poco in allora civili, non aveano nè pur modo di bastantemente vantaggiarsi mediante limitati commerci: onde vennero poco in istato: dove che al contrario gli Etruschi signori di tante marine, e potentissimi navigatori, aventi in casa propria il materiale più bisognevole alla costruzione, all’arredo e all’armamento dei navigli, furono altresì di tutti i popoli italiani li più valorosi nelle imprese, ed insieme i più inciviliti per costume e per aumentate ricchezze.

Quanto attamente natura abbia collocato Italia ad agevolare e mantenere vivi e floridi i suoi commerci

  1. Diodor. v. 29.
  2. Nonius, xiii. 7.; Acro ad Horat. iii. od. 2. 29.
  3. Vedi Tom. i. p. 224.
  4. Vedi Tom. i. p. 236-37.