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236 CAPO IX.

innanzi Clanis con appellativo dei Toschi1, sporge in mare il capo o promontorio Circello alto 527 metri sul livello dell’acque: altra volta isola, secondo che si vede fisicamente con certezza indubitabile; e ben lo credeva Varrone2, e Plinio stesso3 per autorità di Teofrasto4. Ivi sul monte sorgeva la città di Circeo, dove si veggono ancora le sue rovine.

Gli Etruschi avveduti possessori di queste piagge, sì acconce a navigare nel basso Tirreno, v’introdussero di buon ora l’arti marinaresche, che indi appresso divennero una professione speciale dei paesani Volsci della regione marittima. L’unanime opinione de’ Greci antichi che l’isola d’Aea, mentovata da Omero5, fosse Circeo nella Tirrenia6: il mito stesso della magica Circe quivi trasferito, e gli onori divini che le porgevano i Volsci7; son manifesti contrassegni, che i navigatori ebbero molto per tempo notizia di questi luoghi littorali. I Volsci datisi una volta nella marineria, si fecero anch’essi franchi e valenti al pari degli Etruschi: nè men di loro, per uso di corseggiare con legni armati, ebber nome infamato di pi-

  1. Ufentem fluvium (quod etiam Clanarium est) cuius terras vicinas Thusci aliquando tenuerant. Cato ap. Serv. xi. 316.
  2. Ap. Serv. iii. 386.; viii. 10.
  3. iii. 5.
  4. Hist. plant. v. 9.
  5. Odyss. x. 135.
  6. Circes domus aliquando. Mela, ii. 4. Vedi sopra p. 116.
  7. Cicer. de Nat. Deor. iii. 19.