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CAPO XI. 237

rati1. Quanta si fosse però l’importanza delle navigazioni de’ Volsci sul Tirreno si conosce apertamente dai notabili avanzi dell’antico porto d’Anzio, e di quel di Terracina, il cui perimetro ha 1160 metri, costruito di tal modo che potesse comodamente contenere un naviglio numeroso: ed in fatti i Volsci ben forniti di legni e di galere, e padroni a un modo dell’isola popolosa di Ponza, situata di rimpetto, e lungi non più che poche miglia dal capo Circello2 tenevano come signori del propio mare infestata la costa con frequenti scorrerie sin oltre al Faro siciliano: e per costume antico durarono sì lungo tempo in queste temerarie corse piratiche, che ne fece querela ai Romani in pro dei Tarantini Alessandro Molosso circa all’anno 4203. Nel qual torno di tempo vinti gli Anziati, tolsero loro i Romani una parte delle navi rostrate: l’altra fu arsa4.

Ma fossero pure gli Anziati per abiti di vita marinesca audacissimi corsali, sarà sempre vero, che alle navigazioni de’ suoi dovettero Anzio stesso, Circeo e Terracina, la loro vantata opulenza5. Queste navigazioni prospere ed i commerci floridi ancora al tempo del già mentovato trattato fra Cartagine e Roma, dove le tre anzidette città son comprese, introdussero cer-

  1. Dionys. vii. 37. ix. 56.; Strabo v. p. 160.
  2. Liv. ix. 18.
  3. Strabo v. p. 160.
  4. Liv. viii. 12-15.
  5. Liv. ii. 63. iv. 59.; Strabo l. c.