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312 CAPO XVI.

a trovarvi rifugio, posa ed alimento. Quindi è che doveano accomodarsi a’ luoghi, comunque si fossero, dov’ei mettevano a terra: per ciò qui nella Puglia, contrada di maremma, Siponto, le cui rovine son presso a Manfredonia, che di quella nacque, e Salapia, furono dai Greci occupatori del lido edificate in luoghi paludosi e pestilenti: a tal che i suoi abitanti stessi ebbero dipoi necessità lasciar vuota la vecchia Salapia, che dicevasi opra di Diomede, rifacendola dentro terra quattro miglia più distante, e in luogo salubre1. Così oggigiorno si ritrovano nelle stesse situazioni molti terreni infermi, stagni e marosi: massimamente la palude sotto Manfredonia generatavi dall’acque stagnanti del Candelaro, e il lago stesso sul mare, dove sono le saline, detto ancora di Salpi. Arpi, città notabile discosta dalla marina, ha dovuto essere ugualmente fondata dai Dorj. I quali, aspri di natura, possono aver recato in questi luoghi per religione sua propria il rito strano di certe vergini, che passando la vita in celibato vestivano nere vesti, e si tingevano il volto, quasi a modo di furie, con succhi d’erbe di color rosseggiante2. Ma Tianud o Teano, cognominato appulo per distinzione dal Sidicino3; Lucera4 su d’un colle isolato accosto a’ monti del

  1. Vitruv. I. 4; Cicer. Agrar. ii. 27.
  2. Lycophr. v. 1151-58.; Timaeus ap. Tzetz. ad h. l.
  3. Vedi p. 289, n. 72.
  4. Con forma osca probabilmente chiamata lufkrinum; come Nucera nufkrinum: (vedi p. 283, n. 48.): le sue medaglie con leggenda latina hanno lovceria.