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192 Sonetti del 1832

LA DONNA LITICATA

     Davero pònno dì ste mmaledette
«Bbuggiaravve, ecco fiori!».1 Ma ddavéro
L’omo drento ar boccino2 nun cià un zero,
E li scechi per dio fanno a ttresette!

     Una carogna che pp’er monno intiero
Va imminestranno la pulenta3 a ffette;
Ch’è stata cuattro vorte in monistero4
Piena d’orlòggi de Sacchesorette;5

     Sta donna porca ha ttrovo du’ Fedeli,6
Che, ppe’ sposalla lui, uno sc’impeggna
Un prete, e ll’antro un frate d’Arescèli.7

     E accusì in dua se litica una fr.....,
Che pper èsse arimasta senza peli
Nun dà mmanco la dota de Carpeggna.8

Roma, 21 dicembre 1832.


  1. Espressione d’uso. [Qui s'intenderà appresso di che fiori si parli. Ma questa espressione, che oggi non si sente più affatto, deve probabilmente esser nata dal grido; Ecco fiori! di coloro che li vanno vendendo pel Corso nel carnevale; ed è come dire: Buggiaravve, nun vedete che rrobba? E vve la lassate scappà?]
  2. Capo.
  3. Gonorrea.
  4. Casa di correzione.
  5. Gli antichi oriuoli d’Isaach Soret, della figura appunto di un piccolo tumore, sono ancora assai in pregio, particolarmente presso il volgo, il quale pronunzia il nome del loro autore nel modo da noi riferito.
  6. Famigli della Camera Capitolina de’ Conservatori di Roma, vestiti di una curiosa livrea gialla e rossa. Sono essi tutti di Vitorchiano, uno de’ quattro feudi del Popolo Romano, e traggono il loro nome e la loro esistenza da una origine storica, come si vuole, dell’antica Roma. [Sulla vera origine de’ Fedeli si veda la nota 3 del sonetto: Er presepio, 27 dic. 32.]
  7. Frati zoccolanti di Ara-Coeli, convento succeduto sul Campidoglio al tempio di Giove Capitolino.
  8. Dicesi in Roma, non so il perchè: Peli e fr.... son la dote di Carpegna. Carpegna è nome tanto di una terra, quanto di una nobile famiglia che vi ebbe giurisdizione feudale. [Zzinne, cu.., pelo e ffr.... so’ la dota de Carpegna. Così in una di quelle varianti accennate anche in questo volume, nota 1 del sonetto: La Nunziata, 12 genn. 32. Circa poi all’origine del proverbio, che s’usa anche in alcuni luoghi dell’Umbria e delle Marche, mi par facilissima a indovinare.]