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Sonetti del 1834 149

a percuotere in falso od in luogo pericoloso.      13 Tortóre, con entrambe le o chiuse: rozzo bastone e pesante. [V. la nota 8 del sonetto: Una lingua nova, 2 dic. 32].      14 Al camauro.      15 Questi scherzi.      16 Nell’impeto.      17 [Tira a le pentole e coglie le zucche.]


LE FACCENNE1 DER PAPA.

     Fra ttanti sturbi, er Papa s’è anniscosto
Ner Palazzo-der-Papa, e llà in giardino
Spasseggia, fischia, e ppoi ruzza2 un tantino
Cor un prelato suo garbàt’e ttosto.3

     Lo porta a un gioco-d’acqua accost’accosto
E tte lo fà abbaggnà ccome un purcino;
E arriva ar punto de mettéjje4 infino
Drent’in zaccoccia li pollastri arrosto.

     De le vorte5 lo pijja sott’ar braccio,
Poi je fa la scianchetta,6 e, ppoverello,
Je leva er piommo7 e jje fa ddà un bottaccio.8

     Accusì er Papa se9 diverte; e cquello
S’ammaschera da tonto10 e ffa er pajjaccio
Pe’ mmerità l’onore der cappello.11

15 gennaio 1834

  1. Faccende.
  2. Scherza.
  3. Garbato e tosto: modo schernitivo o di celia. Questo prelato garbato e tosto è monsignor Soglia, Elemosiniere SS.mo.
  4. Di mettergli.
  5. Alle volte: talvolta.
  6. Gli fa la cianchetta: la gambetta.
  7. Gli leva l’appiombo.
  8. Gli fa dare (fare) una caduta.
  9. Si.
  10. Affetta il semplice.
  11. [E l'ebbe infatti nel concistoro del 18 febbraio 1839.]