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Sonetti del 1832 11

rondeggiare.] Nella ronda.      6 Facciamo.      7 [V. la nota 2 del sonetto: Er Teatro Pasce, 10 genn. 82.]      8 Gli esercizi.      9 In fretta in fretta.      10 Ha il coraggio.      11 Di mandarci.      12 Tracolla.


ER PRESTITO DE L’ABBREO RONCILLI.1

     Ma eh? Gèssummarìa!2 che monno tristo!
Fin che sse vedi fà3 a li ggiacubbini,
Va bbe’; ma un Papa ha da pijjà cquadrini
Da un omo c’ha ammazzato Ggesucristo!

     Uh rriarzassi la testa Papa Sisto,
Ch’empì zzeppo Castello de zecchini!4
Strillerebbe: “Ah ppretacci mmalandrini,
C’era bbisogno de sto bbell’acquisto?

     Nun ciavéte, perdio, tanta de zecca
Pe’ ccugnà mmille piastre ogni minuto,
Senza falle venì sin da la Mecca?5

     E cco’ ttutto sto scannolo futtuto,
Maneggiate a Ssan Pietro la bbattecca6
Pe’ bbuggiarà la ggente senza sputo.„

9 gennaio 1832.

  1. Vedi l’altro sonetto intitolato: La sala de Monzignor Tesoriere [8 genn. 32].
  2. Gesù Maria, esclamazione ordinaria di maraviglia.
  3. [Si veda fare.]
  4. Allude ai cinque milioni depositati da Sisto V in Castel S. Angiolo.
  5. [Per i Romaneschi, qualunque paese lontano e d’infedeli è la Mecca.]
  6. Bacchetta, col cui tocco sul capo i Penitenzieri della Basilica Vaticana [e d’altre chiese privilegiate] cancellano i peccati veniali di chi genuflette avanti ad essi.