Pagina:Sonetti romaneschi I.djvu/412

100 Sonetti del 1831

LA LETTRA DE LA COMMARE.

     Cara Commare, Piazza Montanara,1
Oggi li disciannove der currente.
Ve manno a scrive che sta facciamara
4De vostra fijja vò pijjà2 un pezzente.

     Poi ve faccio sapé che la taccara3
Mòrze,4 in zalute nostra, d’accidente:
E l’arisposta sò a pregavve cara-
8mente a dàlla alla torre5 der presente.

     Un passo addietro.6 Cquà la capicciola
Curre aùffa,7 mannandove un zaluto
11Pe’ pparte d’Antognuccio e Lusciola.

     Me scordavo de divve, si ha ppiovuto
Che sta lettra nun pò passà la mola,8
14Come, piascenno a Dio, ve dirà el muto.

                         Titta9 nun ha possuto;
E con un caro abbraccio resto cquane
17Vostra Commare Prascita Dercane.10

                         A l’obbrigate mane
De la Signiora Carmina Bberprato,
20Roccacannuccia,11 in casa der curato.

Morrovalle, 26 settembre 1831.

  1. In Piazza Montanara, presso l’antico Teatro di Marcello, siedono alcuni scrivani o segretari in servizio de’ villani dello Stato, che ivi si radunano, particolarmente le feste, per aspettare occasioni di vendere la loro opera pe’ lavori delle campagne romane; questi segretari hanno certa tassa per le varie lunghezze di lettere, le più preziose delle quali sono le dipinte a cuori trafitti, sanguinolenti e infiammati. [Cfr. il sonetto: Er zegretario ecc., 19 dic. 32. ]
  2. [Vuole pigliare], sposare.
  3. [La moglie del taccaro, cioè di colui che fa i tacchi alti di legno per le scarpe delle signore.]
  4. [Morì.]
  5. Al latore.
  6. Frase usata spessissimo daglî indòtti, i quali nel discorso hanno obliata qualche circostanza.
  7. La bavella va a vil prezzo. Sull’aùffa, a ufo, vedi il sonetto... [Le bbagarine, 2 dic. 33, nota 6. Ma vedi anche quel che ne dice il Diez nel suo Dizionario Etimologico.]
  8. [Mola, cioè “macina,„ s’usa comunemente per “mulino;„ ma qui vale: “il punto del fiume, così chiamato, perchè c’era o c’è un mulino.„]
  9. [Bista, Giambattista.]
  10. Placida Del Cane.
  11. [Equivale al Peretola de’ Toscani, al Pàtrico degli Spoletini, al Chia de’ Viterbesi, ecc. Ma, mentre questi son luoghi realmente esistenti, Roccacannuccia dovrebbe essere immaginario, poichè, per quante ricerche io abbia fatte, non m’è riuscito di scoprir dove sia.]