Giuseppe Gioachino Belli

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La vedova der zor Girolimo Sonetti del 1834
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

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LE BBAGARINE.1

     Te se so’ infrascicate?2 Ôh adesso sbuffa.
È ccalata la piazza?3 Ôh mmo bbarbotta.4
Che tte discevo? Le fruttajje in grotta
Tanto la va5 mma ppoi fanno la muffa.

     Mica ch’abbi da dà la robba auffa;6
Ma cquanno te sce scappa la paggnotta,7
Da’ mmano e sbarza via: nun èsse jjótta.8
Nun venni, e vvò’ abbuscà?!9 cquanto sei bbuffa!

     Li negozzi so’10 bbestie de du’ code.
Una te pò ffà rricca: una te frega.11
Ecco perché cchi sse contenta gode.12

     Sai che mme canta sempre mi’ marito?
“A invecchià ttroppo er fonno de bbottega,
Sce s’arimette13 poi nicch’e ppartito.„14

2 dicembre 1833.

Note

  1. Le bagherine. Bagherini: rivenditori e monopolisti, specialmente di commestibili.
  2. Ti si sono infradiciate?
  3. Calare la pizza, vale: “abbassarsi il prezzo dei generi.„
  4. Borbotta.
  5. A lungo può andare.
  6. [A ufo.] Parola significante “gratis,„ che dicesi derivare dalle sigle A. V. F. poste già dai Romani sulle moli che i popoli soggetti dovevano dirigere ed avviare senza mercede a Roma: cioè Ad Vrbem Ferant.
  7. Quando puoi trarne un discreto lucro.
  8. Non esser ghiotta.
  9. Non vendi, e vuoi guadagnare?
  10. Sono.
  11. Ti rovina.
  12. Proverbio.
  13. Ci si rimette.
  14. Nicch’e ppartito; l’unguento e le pezze, e simili, cioè: “i lucri ed il capitale.„