Pagina:Satire di Tito Petronio Arbitro.djvu/300

244 note

Pag. 66, lin. 13.

Non è dubbio che questa satira attribuita a Publio Siro debba applicarsi interamente a Roma.


Pag. 66, lin. 22.

Numidia, provincia dell’Africa, oggi Bildulgerid, somministrava ai Romani i polli più squisiti.


Pag. 68, lin. 7.

Ho cambiato linea in serica per meglio indicare la leggierezza di un velo e far vieppiù sentire l’applicazione delle antiche mode donnesche colle moderne.


Pag. 71, lin. 13.

Pretende qualche interprete che qui si alluda ad un uso invalso presso i grandi di tenersi l’unghia del dito mignolo della mano destra molto lunga, ciò che è assai indecente ai dì nostri, benchè taluno fra noi mantenga tuttavia questa pratica.


Pag. 71, lin. 35.

Il testo dice: e quando io ho bevuto sugo di ceci; Proverbio romano.


Pag. 72, lin. 9.

I Dei principali erano dai gentili ornati con barbe d’oro:


Praecipui sunto, sitque illis aurea barba,


dice Persio nella sat. 2, verso 58.


Pag. 72, lin. 25.

Di bosso, dice il testo, per disprezzo. Parmi che l’ingiuria sentasi egualmente dicendo di paglia, e che l’intelligenza sia più rapida e alla portata. Sì la paglia che il bosso, hanno un color d’oro; a che vuol alludere il testo.


Pag. 72, lin. 26.

Cioè: guardimi dai ladri, qual è costui, che sino gli anelli che porta, rubò all’amica sua.


Pag. 72, lin. 32.

Cioè nemmen vino nuovo, non che buon vino, o vecchio.