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stando in luogo di niuna il concetto è bellissimo, nè Dante poteva trovar modo di rendere più spregevole la condizione di questi sciaurati che mai non fur vivi, quanto col fare che l’inferno stesso ricusi di riceverli nel suo seno. Questo sentimento d’orgoglio negli stessi dannati è sublime, ed è stato fonte di grandi bellezze al Milton nel disegnare il carattere di Satana. Il Machiavelli l’intese certo nel senso mio, ma buffonescamente in quel suo epigramma:

La notte che mori Pier Soderini
     L’alma n’andò dell’Inferno alla bocca;
     E il diavol gli gridò: anima sciocca,
     Che Inferno? Vanne al Limbo co’ bambini.


Tornando ai latini, tra’ vocaboli ambigui di che parliamo trovasi expers, che ha valor negativo del pari che affirmativo. Il presente passo di Persio non ne lascia alcun dubbio, e ne iilustra uno di Orazio nella s. 8, l. 2, e un altro di Catullo nella Chioma di Berenice. Orazio scherzando sulla cena di Nasidieno motteggia un certo vino di Chio, dicendolo Chium maris expers; e con questo expers di doppio ed opposto significato viene con leggiadra ironìa a chiamarlo Chio fatto in casa, e Chio navigato nel tempo stesso. Queste parole a due tagli, dirò così, fanno effetto bellissimo nel linguaggio satirico pungendo insieme e lodando. La lingua italiana ne ha di molte, che nel discorso famigliare si usano tuttodì, fra le quali è notissimo il bravo, da par suo, de’ Gesuiti, col qual detto avevano quegli accorti trovato un modo gentile di lodare e corbellare tutto ad un tempo. Niuno, ch’io mi sappia, tra’ commentatori d’Orazio ha rilevata la finezza del senso dianzi avvertito, e molto meno l’avrei saputo far io senza l’aiuto di peritissimo conoscitore delle grazie oraziane, il cittadino Consultor Paradisi, matematico insigne, ed erede del genio paterno sì nel verso che nella prosa.

Ma ecco il passo di Catullo che fa impazzare tutti i suoi traduttori ed interpreti, tuttochè Persio li metta sul buon cammino:

Quicum ego, dum virgo quondam fuit, omnibus expers
     Unguentis, una millia multa bibi.


Gl’interpreti che pigliano l’expers in senso di privazione fanno dire a questa nobilissima chioma (poichè è dessa che parla) una cosa di poco onore per lei, e da tacersi, anzi che da cantarsi, quella cioè di non aver bevuto, durante la virginità di Berenice, nè una stilla pure d’unguento. Poteva toccar di peggio alle sordide e