3 Erminion fe far pel campo festa,
Parvegli questo buon cominciamento;
E Mattafolle avea drieto gran gesta3
Di gente armata a suo contentamento,
E ’ndosso aveva una sua sopravvesta,
Dov’era un Macometto in puro argento:
Pel campo a spasso con gran festa andava;
Di sua prodezza ognun molto parlava.
4 E’ si doleva Mattafolle solo,
Ch’Astolfo un tratto non venga a cadere,
E minacciava in mezzo del suo stuolo,
E porta una fenice per cimiere:
Astolfo ne sare’ venuto a volo,
Per cadere una volta a suo piacere;
Ma Ricciardetto, che sapea l’omore,4
Non vuol per nulla ch’egli sbuchi fore.
5 Carlo mugghiando per la mastra sala,5
Com'un lion famelico arrabbiato
Ne va con Ganellon, che batte ogni ala
Per gran letizia, e spesso ha simulato,
Dicendo: Ah lasso, la tua fama cala!
Or fussi qui Rinaldo almen tornato;
Chè se ci fussi il conte e Ulivieri,
Io sarei fuor di mille stran pensieri.
6 E dicea forse il traditore il vero,
Chè se vi fussi stato pur Rinaldo,
Al qual non può mostrar bianco per nero,6
Morto l’arebbe come vil ribaldo.7
Carlo diceva: Io veggio il nostro impero,
Ch’omai perduto ha il suo natural caldo,8
Poi che non c’è colui ch’era il suo core,
Cioè Orlando; ond’io n’ho gran dolore.
7 Lasciam costor chi in festa e chi in affanno;
E ritorniamo a’ nostri battezzati,
Che col re Carador dimora fanno,
E de’ paesi ch’egli hanno lasciati,
E delle guerre mosse lor non sanno;
Eron più tempo lietamente stati
Col re pagano, e pur volean partire,
E cominciorno un giorno così a dire: