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180 il morgante maggiore.

ribaldo. «Ribaldo (dice il Buti) tanto è a dir quanto rio baldo, cioè ardito, rio uomo.» Anticamente però il nome di ribaldo era preso in significato di uomo prode; cioè in buona parte, come lo erano già τύραννος appresso a’ Greci, latro appresso a’ Latini, e anche barone appresso a noi Italiani. — il suo natural caldo. Il suo solito vigore e potenza; tolta la metafora dal corpo dell’animale, nel quale quando cessa l’azione del cuore, e per conseguenza il movimento circolatorio, vien tosto meno la calorificazione.

9. la donzella pulita. Leggiadra.

12. tapinella. Infelice, disgraziata. Diminutivo di tapino, che viene dal greco ταπεινός, umile, sommesso.

19. Un bell’esemplo ti vo’ dare. Erano molto in voga a quel tempo gli apologhi. Nel Mambriano, questo re volgendo in animo di chiedere aiuti al gran Cane dei Tartari, a Tamerlano, e al re di Danimarca, aduna innanzi di far ciò il suo consiglio, nel quale un vecchio guerriero si fa a narrare un apologo, che è in sostanza quello d’Esopo dell’allodola, de’ suoi figliuoli, e del padrone del campo; e con questa favola persuade a Mambriano che non è da por fidanza ne’ vicini, ma da adoperare ed aiutarsi da sè. Ci avverremo in questo stesso Poema ad altri di siffatti apologhi: la volpe caduta in un pozzo a St. 75 di questo stesso Canto, e i buoi e la loro ombra nell’acqua al Canto XLII, St. 31.

23. E disse: Poltronier. Poltroniere, lo stesso che poltrone. Il Salmasio nel suo trattato de Trapezitico fœnore narra come gl’imperatori Valentiniano e Valente aveano ordinato che chiunque atto alle armi si fosse, per sottrarsene, reciso le dita, venisse condannato ad esser arso. Da ciò si rileva che cotal uso di recidersi le dita doveva essere assai comune in quel tempo, e quelli che ciò facevano erano chiamati con tronca voce poltrones da pollex (pollice) e truncus. Ora, siccome chi aveva le dita così tronche dava a divedere com’egli era uomo vile e codardo, si estese in appresso un siffatto nome di poltrones a tutti coloro che pigri e ignavi nel vivere si addimostravano. Da questa voce poltro, onis, nacque l’italiano poltro, adoperato da Dante nel XXIV del Purgat.:

Come fan bestie spaventate e poltre;

e dell’Ariosto nella IV Satira:

E più mi piace di posar le poltre
Membra ...........

Onde poltrone non è che l’accrescitivo di poltro. Non so come il Landino sopra quel verso di Dante:

Omai convien che tu così ti spoltre;

e il Vellutello sopra quei del Petrarca:

La gola, il sonno, o l’ozïose piume
Hanno del mondo ogni virtù sbandita;

abbiano detto che poltro significa letto; conciossiachè non mi sia mai abbattuto a tal voce in cotale significato, nè i Vocabolarii l’accennino. Virgilio non altro volle dire a Dante in quei versi che questo: «Omai conviene che tu scuota la tua pigrizia; perchè facendo il poltrone, e standosene a letto non si acquista rinomanza nel mondo;» e tolse cotal sentenza da quella di Platone Κοιμώμενος οὐδείς οὐδενὸς ἄξιος (un dormiente non è degno di pregio alcuno).

26. truffa. Inganno e furberia. Trovasi il verbo truffare in alcuni scrittori latini del peggior secolo, o vien dal greco τρύφάω, che significa far buona vita, godere, scherzare, lussureggiare e simili.

30. il messere. Messere è titolo di maggioranza, oggi uscito quasi affatto d’uso, o formato delle due parole mio, e sire o sere (signore), l’ultima delle quali è rimasta al presente a significare titolo di maestà. Questa voce messere posta assolutamente e coll’articolo avanti, come in questo luogo, significa assoluto o dispotico padrone.

32. potestà. Potere, potenza.

Quando verrà lor nimica potestà,