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nome. Dicono Erinna morta a 18 anni. Le attribuiscono il poemetto la Conocchia ed epigrammi, non anticamente semplici, benchè belli.

Di Alceo di Mitilene, offro tradotto il meglio. Ei loda il vino, vincente il freddo d’inverno, buono d’estate, quando tutto ha sete pel caldo; invita a gioire per l’uccisione del tiranno Mirsilo; loda la fortezza, descrive una sala d’armi, si volge a Saffo per timido amore (in amores descendit. Quintiliano) Orazio, oltrechè nei luoghi da me indicati, lo imitò nell’inno a Mercurio. Nacque circa il 624 A. C. Saffo sembra stata più giovine, ma contemporanea di lui.

La parenia di Bacchilide, fiorito verso il 330 A. C. figlio della sorella di Simonide, ben descrive l’esaltazione data dal vino. Bello e breve è l’inno alla Pace. Un frammento di B. (p. 32, al mortal non esser nato) mostra l’eterno dolore umano, espresso anche da altri greci di questa raccolta, come Mimnermo ed Esopo, molto prima di Leopardi, del Byron, del De Musset ec. Ci pensino i critici sentimentali impressionisti moderni! E non era umano il dolore di Giobbe.

Aristotile (p. 32) descrive splendida vergine la Virtù, per cui si muore in Grecia, faticarono e morirono gli eroi, ed anche Ermia. Questi, di schiavo d’Eubolo d’Atarnèo in Eolide divenuto signore di quella città e d’altre vicine,