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CANTO SECONDO 71

     L’ucciso tauro appien sazie le canne,
     Anche il sangue ne lambe in su la sabbia;
Poi ne’ presepi1 insidïando vanne
     La vedova giovenca ed il torello,
     225E rugghia, e arrota tuttavia le zanne;
Ed ella, che i ruggiti ode al cancello,
     Di doppio timor2 trema, e di quell’ugne
     Si crede3 ad ogni scroscio esser macello.
Tolta al dolor delle terrene pugne
     230Apriva intanto la grand’alma il volo,
     Che alla prima cagion4 la ricongiugne.
E ratto intorno le si fea lo stuolo5
     Di quell’ombre beate, onde la fede
     Stette e di Francia sanguinossi il suolo.
235E qual6 le corre al collo, e qual si vede
     Stender le braccia, e chi l’amato volto
     E chi la destra e chi le bacia il piede.
Quando repente della calca il folto
     Ruppe un’ombra dogliosa, e con un rio
     240Di largo pianto sulle guance sciolto,
Me, gridava, me me7 lasciate al mio
     Signor prostrarmi. Oh date il passo! E presta
     Al piè regale il varco ella s’aprío.
Dolce un guardo abbassò su quella mesta
     245Luigi: e, Chi sei? disse; e qual ti tocca
     Rimorso il core? e che ferita è questa?
Alzati, e schiudi al tuo dolor la bocca.


223. Per la selva seguitando vanne


    gne: gli emblemi repubblicani.

  1. presepi: stalle.
  2. Di doppio timor: per sé e pel figliuolo.
  3. Si crede ecc.: Ariosto I. 34: «Ad ogni sterpo che passando tocca, Esser si crede all’empia fera in bocca».
  4. Alla prima cagion: a Dio. Dante Convivio III, 2: «Ciascuna forma sustanziale procede dalla sua prima cagione, la quale è Iddio».
  5. lo stuolo ecc.: Cfr. sopra i vv. 146 e segg.
  6. E qual ecc.: Ariosto (XLIV, 97), di Ruggero: «Uno il saluta, un altro se gl’inchina, Altri la mano, altri gli bacia il piede».
  7. Me, gridava ecc.: Virgilio, En. IX, 427: Me, me, adsum qui feci....


CANTO TERZO


Contenuto: Il Bassville narra a Luigi della sua andata a Roma a suscitarvi (ma invano contro la potenza del ponteficato) le ree scintille di libertà (1-60); poi, della ferita mortale ricevuta, del pentimento e della pena impostagli per purgazione (61-96): quindi lo supplica di perdono, che Luigi le concede di tutto cuore, manifestando la speranza che il pontefice sappia, con le sue preghiere, cacciare di Francia i nuovi Amaleciti (97-168). Poscia