Pagina:Pirandello - L'Umorismo, 1908.djvu/143


umoristi italiani 139

quella tal cucina nel castello di Fratta delle Memorie d’un ottuagenario del Nievo; penso a Camillo De Meis, al Revere; e, poichè l’Arcoleo arriva fino a Marco Twain, penso al Re umorista, al Demonio dello stile, all’Altalena delle Antipatie, al Pietro e Paola, a Scaricalasino, all’Illustrissimo del Cantoni; al Demetrio Pianelli del De Marchi; penso ai poeti della scapigliatura lombarda e a tante note di schietto e profondo umorismo nelle liriche del Carducci e del Graf; penso ai tanti personaggi umoristici che popolano i romanzi e le novelle del Fogazzaro, del Farina, del Capuana, del Fucini, e anche ad alcune opere di più giovani scrittori, da Luigi Antonio Villari all’Albertazzi, al Panzini... ed ecco, la Lanterna di Diogene di quest’ultimo vorrei porre in una mano all’Arcoleo e nell’altra la candela del Candelajo del Bruno: son sicuro che parecchi scrittori umoristi scoprirebbe nella letteratura italiana antica e nuova.