questi in abbondanza si rinvennero in Suasa, ed in Ostra, e da essi prese motivo di credere il P. Cimarelli, che tali Città furono fabbricate da’ Giganti, e se ossa simili1 furono da lui vedute nella Sicilia nelle grotte di Leontino l’anno 1614, sopra le quali Tommaso Fazello nè formò un libro, dunque i Siculi eran Greco-fenicii, perchè gli esploratori degli Ebrei narrarono, che i Cananei erano di statura assai alta, come leggesi nel libro de’ Numeri2: populus, quem aspeximus, procerae staturae est. Ibi vidimus monstra quaedam filiorum Enac de genere giganteo: quibus comparati quasi locustae videbamur: dunque il mio sistema non ripugna alla costante opinione degli eruditi, come pensa il Peruzzi. Il suo poi ripugna alla ragione, perchè non si può credere, che i Siculi esistevano nell’Italia neppur due secoli dopo il diluvio. Di fatti il nome più antico, che abbia avuto l’Italia fu Saturnia3, e le feste Saturnali secondo Macrobio4 sono assai più antiche di Roma: Saturnalia praecedunt Romanae urbis aetatem. Se prima di esser detta Saturnia avesse altro nome l’Italia, noi l’ignoramo. Or questo Saturno secondo S. Agostino5 viene a cadere un secolo, e mezzo circa dopo Giosuè, e Pico di lui figlio visse ne’ tempi di Debbora: de hujus Pici patre Saturno, viderint quid sentiant talium Deorum cultores, qui negant hominem fuisse: de quo et alii scripserunt: quod ante Picum filium suum in Italia ipse regnaverit, et Virgilius notioribus litteris6 dicit
- Is genus indocile, ac dispersum montibus altis
- Composuit, legesque dedit, latiumque vocari
- Maluit: his quoniam latuisset tutus in oris.
- Aureaque, ut perhibent, illo sub rege fuere
- Saecula.
- ↑ P. 153.
- ↑ C. 13. v. 33.
- ↑ Ennii frag. p. 30. Varr. lib. IV. Macrob. l. c.
- ↑ Loc. cit.
- ↑ De Civit. Dei cap. 15.
- ↑ Aeneid. 8.