Pagina:Piceno Annonario ossia Gallia Senonia illustrata Antonio Brandimarte 1825.djvu/151


135

condola tavole da Arimino viene Pisauro, di cui mi accingo a parlare.

PISAVRO VIII. Come si appellò la Città, così chiamossi il fiume, a cui fu mutato il nome, e presentemente chiamasi Foglia. Quando le Città portano i nomi stessi de’ fiumi, gli eruditi non sanno decidere, se lo presero da essi, o se lo diedero loro. La ragione mi dice, che a’ Fiumi fu dato il nome prima. Imperocchè rare sono quelle Città, che furono edificate nello stesso tempo. La maggior parte sorsero a poco a poco, come accadde a Roma, e perciò Virgilio1 disse

Cum muros, arcemque procul, et rara domorum
Tecta vident, quae nunc Romana potentia caelo
Aequavit: tum res inopes Evandrus habebat.

Le genti, che abitarono in que’ luoghi, furono necessitate ad imporre i nomi a’ fiumi vicini per comunicarsi scambievolmente le loro idee. Essendo state poscia edificate a poco a poco vicine ad essi le Città, ognun vede, che il nome de’ fiumi è anteriore, e che questi lo comunicarono a’ paesi, che in vicinanza furono fabbricati. Ma il nome antico della Foglia fu Pisauro, o pure Isauro, come lo chiama Lucano?

Crustumiumque rapax, et junctus Isapis Isauro

Fu Pisauro, e Lucano lo chiamò Isauro per accomodare il verso. Tralasciando di dire, che Vibio Sequestre nel suo catalogo de’ fiumi ammette tanto il Pisauro, che l’Isauro di Lucano: che Plinio, Siculo Flacco2, ed Aggeno Urbico3 lo chiamarono Pisauro dicendo: in Italia Pisauro flumini latitudo est adsignata quosque adluebat: sostengo, che fu Pisauro, perchè non solamente leggesi Pitinatium Pisaurentium nella lapide, cho riportai nel Capitolo VIII, che non fu soggetta agli errori degli Amanuensi, ma ancora nel seguente di Catullo, il quale sarebbe mancante di una sillaba, se si leggesse Isauri 4.


  1. Aenid. l. 8 v. 98.
  2. De condit. Agror.
  3. In comment. de controvers. agror.
  4. Ad Juvent.