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uomini potrebbero dire non essere costoro i più adatti alla vita familiare.

Santo Uffizio: titolo della congregazione dell’Inquisizione stabilita in Roma (Italia, Spagna, Portogallo, Indie) allo scopo di perseguire ed estirpare eretici, giudei, infedeli. Rimonta al secolo XII e non fu abolita definitivamente che nel 1820 in Ispagna, il solo paese ove si era conservata. Ne è vestigio La Congregazione dell’Indice. I metodi terribili e feroci di procedura (denunzia segreta, testimonianza occulta, tortura, rogo) animati dal più folle fanatismo religioso, hanno reso tristamente celebre il Santo Uffizio, sì che il nome sopra vive, con forza antonomastica, alla cosa. Famosa, su le altre, fu la Inquisizione di Spagna e il nome del grande inquisitore della Castiglia, Torquemada, frate domenicano (1428, 1498) vive popolarmente come sinonimo di martoriatore e di persecutore fanatico.

Sanzionare: non è da sanzione, ma è derivato dal fr. sanctionner. Spiace ai puristi i quali ricordano aver noi il verbo sancire e «se questo sembri oggi troppo solenne, dicasi confermare, approvare» (Rigutini).

Sapa: «termine letterario non comune» spiega il Petrocchi.

                    A casa mia mi sa meglio una rapa
               Ch’io cuoca, e cotta su’n stecco m’inforco,
               E mondo, e spargo poi di aceto e sapa,

Ariosto. (Satira IV, 43-45).


Sapa o savore è il mosto cotto, tuttora usato per condimento o salsa, nel contado. Voce oggi ristretta ad alcuni vernacoli; di quelle belle voci che meriterebbero di essere rinnovate e non si usano letterariamente, anche da chi le sa, per timore che siano volgari. Vedi ciò che è detto alla parola Schiampa.

Sapèque: nome di moneta minima cinese, secondo la scrittura francese. Come è noto, le monete cinesi sono perforate nel mezzo o si portano come de’ rocchi.

Saper di forte agrume: locuzione tolta da Dante, Paradiso, XVII, 117:

a molti fia savor di forte agrume.

Vale spiacere, essere sgradito, offendere, urtare, e generalmente si dice quando si espongono opinioni e fatti informati di verità e lealtà in contrasto con altri fatti ed idee da altri sostenuti.

Sapevamcelo!: esclamazione familiare ironica quando avviene o è ammessa cosa di facile previsione, da altri negata con arte o frode.

Saputo: per intendente, dotto, savio è alquanto fuori dell’uso, usato invece con senso di canzonatura. Cfr. Saputello.

Sarabanda: «danza d’origine spagnuola, nella misura tripla semplice e in movimento grave. Incomincia in battere ed ha nella prima misura il secondo tempo prolungato col punto» (A. Galli, op. cit.).

Sarafan: abito nazionale delle donne russe: sottana e bustina congiunte, di colore rosso o turchino.

Sardigna: voce milanese, non registrata nel Cherubini nè nell’Angiolini (op. cit.) per indicare il carnaio. Sardigna era luogo in Firenze sull’Arno fuor Porta S. Friano, in cui si gettavano le bestie morte o carogne. Ha esempi classici del Macchiavelli, del Pananti, del Redi: allusione all’aria di Sardegna. V. Marziale IV, 60. V. Gherardini op. cit.

Sargasso (Sargassum): alga detta «uva di mare». La specie sarg. bacciferum si trova negli Oceani Atlantico, Indiano e Pacifico. Tra le Azorre e l’America forma il mare dei sargassi.

Sassella: ottimo vino da bottiglia della Valtellina: così detto dal luogo. Invecchiando diventa pregiatissimo e gode fama anche all’estero. I vini valtellinesi (Sassella, Inferno, Grumello) sembrano segnare in quelle estreme parti la ragione geografica del confine d’Italia. Il Carducci ad una bottiglia di Valtellina del 1848 dedicò una splendida sua odo barbara:

               E tu pendevi tralcio da i retici
               balzi odorando florido al murmure
               do’ fiumi da l’alpe volgenti
               ceruli in fuga spume d’argento.

Satin: così si chiama un tessuto semplice, liscio di cotone, che imita assai bene, anche al tatto, la seta. Usasi di solito per soppannare o foderare. Satin deriva da seta, quindi sarebbe in italiano setino. In vece si dice quasi costantemente alla francese, satin.

A. Panzini, Supplemento ai Dizionari italiani. 28