erario la spesa d’una guarnigione colà permanente. Da quel tempo io v’ho sempre alimentato numerose truppe, non paventando meno i vostri danni che i miei, le ho fornite di tutto, ed ho procurato a voi il mezzo di godervi in somma pace, scevri dalle molestie di quella temeraria gente, le vostre terre. Ma voi sconoscentissimi di tante cure mi compensaste col fortificare Dara1 in violazione degli accordi tra noi stabiliti coll’opera d’Anatolio. Da quell’epoca io mi vidi costretto a straordinarie spese e ad incredibili fatiche pel governo di due eserciti, l’uno a frenare i Massageti2 dal mettere a ferro e fuoco i nostri e gli imperiali dominj; l’altro a reprimere le stesse vostre scorrerie. Nè remoto è il tempo che mandammo da voi a richiamare contro siffatte ingiustizie, e a dinunziarvi essere mente nostra che o divideste con noi le spese occorrenti a vittovagliare il presidio delle Porte Caspie, o demoliste le munizioni erette in Dara. Ma voi, non accettando alcuna delle proposte, con nuovi insulti avete confermato vie più l’antica romana fellonia; nè vi crediate essere noi tampoco dimentichi delle fortificazioni di Mindo3. Sta dunque a voi, o Romani, lo scegliere fra la pace o la guerra, rendendoci giustizia, o ricusandovi a quanto ella v’impone. Vivete però nella certezza di
- ↑ V. cap. 10, § 5, di queste Istorie.
- ↑ Gli antichi davano un tal nome ai Turchi. V. Teofane bizantino.
- ↑ V. cap. 13, § 1.