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LIBRO PRIMO 121

CAPO XXIV.

Partimento del romano imperio in due fazioni. — Trambusto di Bizanzio. — Fuoco appiccato alla città dai facinorosi. — Carattere di Giovanni cappadoce e di Triboniano. — Ipazio creato imperatore dalla plebe. — Aringa del senatore Origene. — Consiglio tenuto nella reggia di Giustiniano, e risoluzione di non cedere, adottata in virtù di un ragionamento di Teodora augusta. — Ribellione vinta dai capitani Belisario e Mundo. — Prigionia d’Ipazio e di Pompeo; lor morte la dimane, e gittamento dei cadaveri nel mare.

I. Contemporanea delle vicende persiane ora mentovate fu una repentina sommossa scoppiata fuor d’ogni aspettativa in Bizanzio1, sul conto della quale è mestieri premettere che da gran pezza gli abitatori di tutte le città partitosi in due fazioni, de’ Veneti e de’ Prasini2, voci d’arte presso i tintori, ed a fa-

  1. Intorno al cominciamento di questa sommossa, nomata de’ Vittoriati, è uopo leggere un passo di Evagrio (St., lib. iv, cap. 31) riferito dal chiaro traduttore della Storia Segreta in forma di appendice alle note, V. n.° 2.
  2. Erano assai antiche nell’imperio le fazioni dei Veneti e de’ Prasini; questi distinguevansi vestendo una divisa verde, quelli cerulea. Ne’ Collettanei di Giovanni antiocheno abbiamo l’origine loro in questi termini: «Enomao fu il primo ad inventare i colori de’ Circensi, coi quali volle rappresentare quasi il contrasto della terra e del mare. Questo combattimento fu da Enomao stabilito pel giorno ventiquattresimo di marzo. Se avesse vinto il color verde tutti speravano la fertilità della terra: se il ceruleo, aveasi fede che il mare sarebbe stato