te, sopratutto colle opere dell’ingegno, come fece per l’appunto il Balbo, si poteva contribuire al bene e alla prosperità della patria. Giammai concetto più patriottico, più conforme alla storia fu espresso di quello enunciato dal cantore dei Sepolcri. Furono i partiti che divisero sempre l’Italia, rendendola, colle loro perpetue e sciagurate scissure, facile preda di tiranni interni e stranieri. Ma la cospirazione degli oppressi contro l’oppressore; la congiura di chi soffre contro chi conculca; la sètta che nell’ombra del mistero propaga il concetto di patria, di libertà, d’indipendenza; il settario che, anche a rischio di lasciare la propria testa sul patibolo, insegna al popolo l’odio contro lo straniero, a scuotere dal sonno i neghittosi, a bollare sulla fronte col marchio dell’infamia i rinnegati — ; ecco ciò che ha dato anima e corpo all’Italia d’oggi! — Queste cospirazioni, queste congiure, queste sètte, questi sèttarii, questi amori profondi che non s’arrestavano davanti a nessun pericolo, questi odii che accompagnavano il nemico sino alla tomba, che sopravvivevano talvolta alla stessa tomba, furono i prodromi, furono i fattori della libertà e dell’indipendenza d’Italia. Senza queste congiure, che a Cesare Balbo facevano tanto raccapriccio, l’autore delle Speranze d’Italia non avrebbe potuto scrivere e pubblicare, colla tolleranza non dissimulata di Carlo Alberto, antico carbonaro, il suo libro famoso, nè controfirmare, nella sua qualità di ministro, lo Statuto che il profugo del 1821, con lealtà di principe ed affetto di padre dava ai suoi sudditi; senza queste sètte contro cui imprecava Ugo Foscolo, le ceneri dell’autore di Jacopo Ortis riposerebbero ancora in terra straniera. Ed oggi Umberto I non potrebbe chiamare Roma capitale d’Italia, non potrebbe chiamare la vecchia città dei papi conquista intangibile, se Giuseppe Mazzini col suo apostolato di quasi trent’anni, un apostolato che contò tra le sue fila tutti o quasi tutti coloro che noi abbiamo salutato campioni della resurrezione d’Italia, di questo cadavere tre volte secolare, se Giuseppe Mazzini, diciamo, non avesse diffuso in ogni classe di cittadini il concetto d'unità; un concetto ai più parve sogno, un