ta, che nelle Alpi del Casentino in un’età più avanzata s’invaghisse di nuovo d’altro oggetto assai poco per bellezza di corpo stimabile1. Chi sa quanto la notizia di tali cose ancora necessaria sia per stabilire il vero carattere degli uomini anche i più celebri, e per far conoscere, che tutti questi hanno il cuore di una stessa tempra, che gli altri, i nomi dei quali rimangono allo scuro, non mi riprenderà perciò d’aver io mostrata della premura, per indagare la storia degli amoreggiamenti di Dante. Sembra poi finalmente che Dante per trovar solido refrigerio al dolore provato nella perdita della sua Beatrice, nel 1291. in circa2 si inducesse a prender per moglie Gemma di Manetto di Donato de’ Donati3 casata molto illustre della sua patria, dalla quale ebbe più figliuoli, come si disse a suo luogo4. Gli scrittori ci raccontano che non molto tempo durò la buona corrispondenza fra lei e il consorte, e che questi dopo essersi una volta partito da essa, qua-
- ↑ Il suddetto Jacopo Corbinelli racconta che Dante nelle Alpi di Casentino, fu amante di una femmina che avea il gozzo. Ved. ancora più sotto § XIV. Anton Maria Amadi nelle sue annotazioni sopra una Canzone morale pag. 84. edizione di Padova per Lorenzo Pasquati 1565. in 4. vuole che la Canzone di Dante posta dietro alla Vita nuova, e che principia «Amor tu vedi ben ec.» fosse scritta da lui quando amava Madonna Pietra della nobil famiglia Padovana degli Scrovigni. Ecco un’altro innamoramento di Dante.
- ↑ Dicendo Giannozzo Manetti; che Dante «non multo post adamatae puellae obitum vigesimo sexto aetatis suae circiter anno uxorem accedit — e clarissima Donatorum familia nomine Gemmam» si viene in chiaro che ciò dovette seguire circa l’anno 1291. Ancora il Boccaccio dice che i parenti del poeta lo consigliarono ad accasarsi per alleggerire il suo dolore.
- ↑ Che Gemma Donati fosse figliuola di un Manetto, e nipote di un Donato apparisce da due instrumenti, il primo del 1332. che si riporta qui sotto, l’altro del 1297. Del restante si avverta, che i Donati avevano le loro case non lungi da Canto dei Pazzi (Dino Compagni Stor. lib. 1. pag. 18.) e che in conseguenza erano per così dire vicini degli Allighieri.
- ↑ § IV.