Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/413

[§ 96-97] la popolazione 403

o, se vogliamo esprimerci coi termini ora in uso, ha risoluto «la quistione sociale»; egli sale in cattedra e svela alle genti il gran mistero. Questa parte si può trascurare. Una predica di più, aggiunta alle infinite che già furono fatte, per dimostrare quanto giovevole, bella e nobile sia la castità, non fa proprio nè caldo nè freddo.

97. La società umana in generale. — Come già notammo (II, 102), la società ci appare come una massa eterogenea e con gerarchia dei suoi componenti1. Tale gerarchia non manca mai, eccetto forse presso uomini selvaggi, viventi dispersi a modo di animali. Conseguenza di quel fatto è che la società è sempre governata da un piccolo numero di uomini, da una élite, anche quando pare avere una costituzione assolutamente democratica; e ciò è stato conosciuto dai tempi più remoti. Nella democrazia ateniese c’erano i demagoghi, cioè i «conduttori del popolo»2; e Aristofane, nei Cavalieri, li mostra spadroneggianti il popolo istupidito3. Nel-


  1. Il prof. R. Benini ha compiuto ottimi studi su queste gerarchie sociali.
  2. δημαγωγός viene da δήμος e da ἄγω.
  3. Eq. 62: ὁ δ´αὐτὸν ὡς ὁρᾷ μεμακκοηκότα, «come lo vede divenuto stupido». Vedi anche lo scoliaste. Del resto tutta la commedia rincara la dose.
         Il prof. Mosca si rammarica e si turba fortemente se non lo si cita quando si rammenta il fatto che nella società è sempre un piccolo numero che governa, e pare credere di aver lui scoperto ciò. Per contentarlo trascrivo qui i titoli delle sue opere, di cui conosco solo l’ultima: Teorica dei governi e governi parlamentari, 1884; Le costituzioni moderne, 1887; Elementi di scienza politica, 1896.
         Ma il principio che è la minoranza che governa è noto da gran tempo; ed è luogo comune che si trova non