Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/135

[§ 101-102] introduz. alla scienza sociale 125

vasi quando appare che i fatti concordano, o non concordano, coi sentimenti umanitari: e non viene in mente, come dovrebbesi fare scientificamente, di esaminare quegli stessi sentimenti.

Per esempio, Herbert Spencer ha sentimenti assolutamente contrari alla guerra; quindi allorchè ha condotto il ragionamento sino a quel punto in cui mostra che certi fatti urtano quei sentimenti, non c’è, per lui, da aggiungere altro, e quei fatti sono condannati1. Altri autori si fermano al punto in cui possono dimostrare che qualche cosa è contraria all’«eguaglianza degli uomini»; e non viene loro in mente che tale eguaglianza può benissimo essere contestata.

102. La società umana non è omogenea, essa è costituita da elementi che differiscono più o meno,


  1. Nel libro La morale dei diversi popoli, § 127, il nostro autore dice: «si dà il nome di grande allo czar Pietro, a Federigo [di Prussia], a Carlomagno, a Napoleone, non ostante i crudelissimi atti compiuti». E non gli viene in mente che parte almeno di quegli atti possono aver giovato moltissimo all’incivilimento umano. C’è di più; egli biasima lord Wolseley, che è generale nell’esercito inglese, per avere detto ai proprii soldati che essi «debbono credere che i doveri della loro condizione sono i più nobili che possa avere un uomo». Ma come potrebbe esprimersi diversamente un generale? Deve dire ai suoi soldati: «Siete malfattori, perchè combattete; dovreste invece fuggire»?
    Lo Spencer stesso, nei Principii di Sociologia, riconosce che in altri tempi la guerra ha giovato all’incivilimento. Ora sarebbe venuto il tempo che più non giova ma è di danno. Tale proposizione può essere vera — può anche essere falsa — ma certo non ha evidenza tale da potere diventare un assioma che serva a giudicare tutte le azioni degli uomini del nostro tempo.