Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
398 | la popolazione | [§ 84-85] |
secolo XVIII e dal principio del secolo XIX, e dà la sostanza della polemica tra il Godwin e il Malthus.
85. Se si risolve il problema nel secondo senso, il quale, sebbene alle prime paia paradossale, pure da un attento studio si scorge maggiormente d’accordo coi fatti (§ 54), mutano interamente gli effetti dell’accennato principio economico. Le classi dominanti talvolta intendono ciò, ma talvolta non ne hanno un chiaro concetto e mostrano di non conoscere la ragione dei fatti; onde, sebbene il De Tocqueville abbia, in un caso speciale, chiaramente mostrato la vera soluzione del problema, vediamo ora molti della classe dominante operare in modo da procacciare il futuro danno della propria classe, e, come il cieco che va brancolando, non avere alcuna chiara veduta della via che gioverebbe seguire; per la qual cosa finiscono col procacciare la propria rovina. A ciò concorrono altresì cagioni etiche, ed anche di decadenza fisiologica di quelle élites. I capi delle classi popolari, cioè in sostanza la nuova élite che sorge per spodestare l’antica, hanno spesso inteso come l’eccesso di miseria potesse solo spingere a tumulti facilmente repressi dai dominanti; e come invece il crescere dell’agiatezza meglio preparasse le rivoluzioni. Perciò alcuno di essi si mostra schiettamente favorevole alla limitazione della popolazione, mentre altri lasciano da parte tale argomento, o favoriscono debolmente i provvedimenti diretti a far crescere la popolazione (§ 82). Ma pei capi, che sarebbero piuttosto disposti a limitarla, sorge un ostacolo grave, che sta nel dover soddisfare i sentimenti pei loro seguaci (§ 87). L’uomo del volgo mira specialmente ai bisogni presenti dei sensi, e vuol mangiare, bere e soddisfare l’istinto sessuale; onde i capi sono