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[§ 54] i gusti 263

linee dei baratti. — Giova vedere con figure grafiche le proprietà dell’ofelimità. Supponiamo che un individuo abbia due merci A e B; di cui una sola, cioè A, è per lui ofelima. In tal caso le linee di indifferenza sono rette parallele all’asse o B. Il colle dell’ofelimità è una superfice cilindrica, di cui una sezione qualsiasi, fatta parallelamente a o A, è indicata da o g h. Se la quantità o a di A produce sazietà, la superfice cilindrica finisce in un altipiano G indicato in g h, sulla sezione. La proprietà dell’ofelimità elementare di decrescere quando cresce la quantità di A è cagione che la pendenza del colle va scemando da o B in G; ossia, sulla sezione, da o in f e in g (§ 32).

L’individuo non domanda mai B, poichè, per lui, quella merce non è l’ofelima, ma può bensì offrirla, se ne ha una certa quantità, per esempio o b. Siamo qui nel caso notato (III, 98). Nessun sentiero rettilineo che muova da b può essere tangente ad una linea di indifferenza, ed abbiamo tanti punti termini a, a', a''...., cioè l’asse o A fa parte della linea dei contratti. È evidende che anche b o ne fa parte; onde quella linea è b o A. Se la linea dei contratti di un altro individuo taglia b o in c, la quantità di B che viene ceduta è b c, ed il prezzo zero. Se quella curva dei contratti taglia o A in a', od in altro punto analogo, la quantità ceduta è sempre l’intera quantità b o; il prezzo varia secondo la posizione del punto a, essendo eguale