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254 i gusti [§ 33-35]

ma con ciò si suppone necessariamente il consumo, e già abbiamo veduto (§ 3) che ciò ci traeva in molte difficoltà; inoltre, nella gran varietà di usi economici, se ne trovano vari che troppo si discostano dai fenomeni pei quali vale la legge del Fechner.

Occorre ricorrere direttamente all’esperienza, e questa ci fa vedere che effettivamente per molti usi o consumi vale la legge che scema l’ofelimità elementare col crescere della quantità consumata.

34. Infine è un fatto molto generale che, quanto più abbiamo di una cosa, tanto meno preziosa ci diventa ogni unità di quella cosa. Vi sono eccezioni. Per esempio, chi fa una raccolta di oggetti vi suole prendere più gusto, man mano che quella raccolta diventa più completa; è ben noto che certi contadini possidenti, man mano che cresce il loro possesso, divengono sempre più avidi di nuovi acquisti; infine tutti sanno che l’avaro suole desiderare tanto più di accrescere il suo patrimonio quanto più possiede. In generale, il risparmio ha una certa ofelimità propria, indipendente dall’utile che procura il risparmio per il frutto che se ne cava, e quell’ofelimità cresce colla quantità del risparmio sino ad un certo limite, e poi, eccetto per l’avaro, scema.

35. Ci sono poi le merci di cui le ofelimità non sono indipendenti (§ 9). Per la dipendenza del caso (α), si può ritenere, almeno in generale, che l’ofelimità elementare scema col crescere della quantità; anzi spesso scema più presto che se l’ofelimità fosse indipendente. Per la dipendenza del caso (β), l’ofelimità elementare può crescere, e poi scemare mentre cresce la quantità. Per esempio, se si ha una camicia a cui manca un sol bottone, l’ofelimità di quel bottone è maggiore di quella degli