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238 | i gusti | [§ 2-5] |
mate solo sin quando piace all’individuo, oppure come necessariamente consumate, anche se invece di piacere recano disagio? Nel primo caso le ofelimità sono sempre positive, non possono andare sotto zero; poichè, quando l’individuo è sazio di consumare o di usare cosa alcuna, si ferma; nel secondo caso le ofelimità possono diventare negative e figurare un dolore invece di un piacere.
I due casi sono teoricamente possibili; per risolvere il quesito che ci siamo posti, bisogna badare al concreto e vedere quale è il caso di cui ha da darsi pensiero l’economia politica.
3. Non è difficile vedere che è il caso della prima categoria di cui ci occorre la teoria. Se un uomo ha acqua più di quanto ad esso occorre per dissetarsi, non è davvero costretto di berla tutta; ne beve quanto vuole, e lascia perdere il resto. Se una signora ha dieci vesti, non deve mettersele tutte indosso; e per ora non usa che uno vada in giro avendo su di sè tutte le camicie che possiede. Infine, ognuno adopera i beni che possiede solo sin quando ad esso piace.
4. Ma, concedendo ciò, muta un poco il significato delle quantità che, per le merci, figurano nelle formole dell’economia pura. Esse non sono più le quantità consumate, bensì le quantità a disposizione dell’individuo. Perciò diverge pure un poco il fenomeno concreto dal teorico. Alla sensazione del consumo presente, sostituiamo, come causa delle azioni dell’individuo, la sensazione presente del consumo futuro dei beni a disposizione.
5. Inoltre, nel caso in cui l’individuo possiede tali quantità di certi beni da esserne sazio, trascuriamo il disagio che egli può avere per sbarazzarsi delle quantità superflue; per solito, è vero, esso