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[§ 32-33] i gusti 253


Ma quella precisione non si può conseguire. Un uomo può sapere che dal terzo bicchiere di vino ha meno piacere che dal secondo; ma egli non può in nessun modo conoscere quanto vino precisamente a lui conviene bere dopo il secondo bicchiere, per avere un piacere equale a quello che a lui ha procurato quel secondo bicchiere. Da ciò nasce la difficoltà di considerare l’ofelimità come una quantità, se non in via di semplice ipotesi.

Tra gli infiniti sistemi di indici che si possono avere, giova ritenere solo quelli che godono della proprietà che, se passando da I a II, l’uomo prova maggiore piacere che passando da II a III, la differenza degli indici di I e II è maggiore della differenza degli indici di II e III. Per tal modo gli indici figurano sempre meglio l’ofelimità.

33. Caratteri dell’ofelimità. — In quanto segue, supporremo che l’ofelimità sia una quantità; sarebbe del resto facile di modificare il ragionamento onde valesse semplicemente per gli indici dell’ofelimità.

In forza dell’ipotesi fatta sul significato delle quantità di merci, le quali quantità s’intendono solo a disposizione dell’individuo (§ 3), l’ofelimità è sempre positiva; ed è questo un primo suo carattere.

Un secondo carattere, che fu riconosciuto dai primi economisti che studiarono l’argomento, sarebbe quello che, se l’ofelimità di una merce è considerata come dipendente unicamente dalla quantità di detta merce, l’ofelimità elementare (III, 33) decresce quando cresce la quantità consumata. Si volle fare dipendere tale proprietà dalla legge del Fechner1

  1. Fechner, Revision der Hauptpunkten der Psyhopk., Liepzig 1888. Wundt. Grundzüge der Physiolog. Psychol.