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[§ 106] | introduz. alla scienza sociale | 129 |
106. In quanto ai B α, essi sogliono apparire come i difensori dei B β, e, meglio ancora, come i difensori di provvedimenti i quali sono per giovare a tutti i cittadini. Per tal modo la contesa, che è oggettivamente del dominio tra gli A α e i B α, toglie soggettivamente la forma di una contesa per la libertà, la giustizia, il diritto, l’eguaglianza, o per altre simili cose; e sotto quella veste è di solito registrata dalla storia.
I vantaggi di tale modo di operare sono specialmente che i B α tirano dalla loro non solo i B β, ma parte dei C, e anche la maggior parte degli A β.
Ponete che la nuova aristocrazia che sorge manifestasse schiettamente e semplicemente il suo intendimento, che è quello di soppiantare l’antica; nessuno le verrebbe in aiuto, e sarebbe vinta prima di avere combattuto. Invoce, non fa palese di volere cosa alcuna per sè, ben sapendo che, senza chiederla preventivamente, la conseguirà insieme colla vittoria; asserisce che muove guerra solo per ottenere l’eguaglianza tra i B e gli A, in generale. In grazia di tale finzione, acquista il favore, o almeno la benevola neutralità della parte intermedia C, che non avrebbe voluto favorire fini particolari in pro della nuova aristocrazia; poscia, non solo ha dalla sua la maggior parte del popolo, ma altresì ottiene il favore della parte decaduta dell’antica aristocrazia, che volentieri si culla al suono di sì dolce canzone. Conviene notare che quella parte, sebbene decaduta, è sempre superiore al volgo: gli A β sono superiori ai B β; ed inoltre hanno i denari occorrenti per lo spese della guerra. Sta di fatto che quasi tutte le rivoluzioni sono state opera non già del volgo, bensì dell’aristocrazia e specialmente
Economia politica. - 9. |