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68 | Luigi di San Giusto |
intento allo studio; or mangia, or dorme, ora s’intrattiene piacevolmente con qualcuno. Benchè lontana, ogni azione di lui le è presente. Egli non la cura! Ebbene; tale è il destino.
A lui convien regnare, a me servire. |
I continui strazi l’hanno fiaccata. Ella è ridotta magra e fioca come l’eco. Oh, se egli potesse penetrare in lei, vedrebbe
. . . . . . . le pene dell’inferno, |
Ella sente che la sua forza, la sua salute sono distrutte per sempre. Ha un breve intervallo alle sue torture, quando egli la chiama presso di sè. E Anassilla allora è presa da uno sconsolato desiderio di vivere con lui, sempre, in quella bella campagna, presso quei colli. A che andar procurandosi onori con stenti e fatiche? Sarebbe così dolce la vita là, loro due insieme, soli! Ma poco dura la sua dimora presso all’amato, e Gaspara ritorna a Venezia. Si ammala; sente la febbre arderle le vene; ripensa il bel nido, ove restò partendo, ove vive di lei la miglior parte, e stende sempre verso di esso l’ale del suo desiderio. E continua a effondere in ma-