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decimo cantare 359

5.
Colei c'ha fatto buio, e che fallita1
Paga di sogni i debiti a ciascuno,
Quella che, dianzi tolse al dì la vita,
Cagion che tutto il mondo porta bruno;
Perch'ella teme d'esserne inquisita,
Benchè si chiugga gli occhi per ognuno2,
Per fuggir l'alba c'ha le calze gialle,
Comincia a ragionar di far le balle.
6.
E Martinazza, che di quei balletti
Sarebbe in corte tutto il condimento,
Perchè in un tempo solo, co' calcetti
Ballando, suona3 al par d'ogni strumento;
Dopo cena per degni suoi rispetti
Prese dagli altri un canto4 in pagamento,
E sopra un pagliericcio angusto e sodo
Fino ad ora s'è cotta nel suo brodo.
7.
Perocchè, nel pensar che la mattina
Entrare in campo dee alla tenzone,
Fa giusto come quella nocentina5,
Ch'a giorno andar dovendo a processione
Occhio non chiude, e tuttavia mulina
Tantochè 'l capo ell'ha come un cestone;
Così la strega in cella solitaria
Attende a far mille castelli in aria.

  1. In questa ottava si descrive assai piacevolmente il cessar della notte. Sembra però che si parli di una donna fallita e omicida che fugga dalle spie e dai toccatori che portavan calze gialle. Vedi c. II, 60. (Nota transclusa da pagina 420)
  2. Per ognuno. Da ognuno. (Nota transclusa da pagina 421)
  3. St. 6 Suona. Pute. Vedi c. VI, 49. (Nota transclusa da pagina 421)
  4. Un canto. Fu giusto che del suo suono avesse un canto in pagamento. Pigliare un canto in pagamento significa Andarsene. Dare un canto in pagamento vale Scantonare, Fuggire il creditore. (Nota transclusa da pagina 421)
  5. St. 7 Nocentina. Innocentina. (Nota transclusa da pagina 421)