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sesto cantare 209

47.
Talchè s’a casa altrui suol far lo spiano1
E caseo barca2 e pan Bartolommeo,
Freme, chè lì non può staccarne brano;
Pur si rallegra al giunger d’un cibreo,
Fatto d’interïora di magnano,
E di ventrigli e strigoli3 d’Ebreo;
E quivi s’empie infino al gorgozzule,
E poi si volta e dice: acqua alle mule4.
48.
Prezïosi liquori ecco ne sono
Portati ciascheduno in sua guastada,
Essendovi acqua forte, e inchiostro buono,
Di quel proprio ch’adopera lo Spada5.
Ella, che quivi star voleva in tuono,
E non cambiar, partendosi, la strada,
Perchè i gran vini al cerebro le danno,
Ben ben l’annacqua con agresto e ranno.
49.
E fatte due tirate da Tedesco,
La tazza butta via subito in terra,
Perocch’ell’è di morto un teschio fresco,
Che suona6, e tre dì fa n’andò sotterra.
Nepo, che mai alzò viso da desco,
Che intorno ai buon boccon tirato ha a terra7,
Anch’egli al fine, dato a tutto il guasto,
«La bocca sollevò dal fiero pasto.»

  1. St. 47. Far lo spiano. Spianar la mensa dalle protuberanze delle vivande; divorar tutto. (Nota transclusa da pagina 279)
  2. Caseo barca. Precetto de’ ghiotti che si traduce: Midolla di caccio e corteccia di pane. (Nota transclusa da pagina 279)
  3. Strigoli. Rete grassa che sta appiccata alle budella degli animali. (Nota transclusa da pagina 279)
  4. Acqua alle mule. Da bere. Detto volgare. (Nota transclusa da pagina 279)
  5. St. 48. Lo Spada. Valerio Spada, eccellente calligrafo e disegnatore, coetano del poeta. (Nota transclusa da pagina 279)
  6. St. 49. Suona. Si adopera il verbo sonare per dir copertamente Putire; ma è modo basso. (Nota transclusa da pagina 279)
  7. Tirato a terra. Atterrato, dato lo spiano, il guasto. (Nota transclusa da pagina 279)