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secondo cantare 59

29.
E il primo giorno fece tanta via,
Che i suoi lacchè, spedati e conci male,
Si rimasero, l’uno all’osteria,
E l’altro scarmanato allo spedale;
Ond’ei più non avendo compagnia,
Sebbene accanto avea spada e pugnale,
Per non aver paura in andar solo,
Cantava, ch’e’ pareva un rusignolo.
30.
Così nuove canzoni ognor cantando,
Con una voce tremolante in quilio1
E qualche trillettin di quando in quando,
Alle stelle n’andava e in visibilio2:
Onde a’ timori al fin dato di bando,
Tirava innanzi il volontario esilio;
E giunto a Campi, lì fermar si volle
A bere, e far la zolfa per B molle3.
31.
A Campi4, ora spiantato alla radice,
Dominava in quei tempi Stordilano;
Sebben Turpino scrive, ed altri dice
Ch’ei regnasse in un luogo più lontano.
Ebbe una figlia, detta Doralice,
Che aveva un occhio che uccidea il cristiano5:
Ma quel che più tirava la brigata,
È l’esser sola e ricca sfondolata.

  1. St. 30 Quilio. Falsetto. (Nota transclusa da pagina 124)
  2. In visibilio. Si usa (dal Visibilium omnium et invisibilium) per andare in estasi; ma qui pare che significhi mandava note acutissime. (Nota transclusa da pagina 124)
  3. Per B molle. Bemolle o bimolle. Il doppio senso e l’idea di trincare che v’è dentro, son manifesti. (Nota transclusa da pagina 124)
  4. St. 31 Campi. Castello a sei miglia da Firenze, è detto spiantato alla radice non perchè sia diroccato affatto, ma per dire pieno di gente spiantata. (Nota transclusa da pagina 125)
  5. ’L Cristiano. Gli uomini. (Nota transclusa da pagina 125)