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zanca — zanna. 535


Zanca, gamba, tibia, ripiegatura (Dante, Sacchetti). Il Tommasèo registra anche cianca come usato in Toscana col dim. cianchetta. Rispondono: sp. zanca, port. sanco gamba, tibia, gambo, manico, sp. zanco, lomb. zanch, venez. zanca trampoli, prov. sanca coturni, sard. sancone stinco, tibia, port. chanca piè molto lungo, e forse sp. chanclo pantofole. Indubbiamente è d’orig. ger.; ma resta incerto se debba riferirsi ad aat. zanka tanaglia, rebbio, donde mat. zange, tm. Zange d’ug. sig., ovvero ad aat. * scanca scancho tibia, che è presupposto da ags. sceonc, sceonca, donde ing. shank gamba. La prima delle due ipotesi è più confacente alla forma, l’altra al senso. Il Caix propone anche il ceppo di tm. Schinken Schenkel coscia, che radicalmente s’attiene ad ags. sceonca, come s’è visto sotto stinco; ma la forma mi pare troppo lontana.

Zanetta, bastone da viaggio (dial. moden. e della montagna moden.). Credo senz’altro che risalga al ceppo ger. che diè aat. zain zeina bastone, verga. V. Zaino e Zana.

Zanna sanna scana, grosso dente di cignale porco o cane (B. Latini, Pataffio, Ovid. Metam. volgar). Il Diez, dopo avere messo innanzi aat. zan, zand pl. [zane] donde mat. zan, tm. Zahn dente, osserva che essendo la s iniz. d’alcune forme it. d’irregolare derivazione dal z ger., si deve ammettere che l. sanna ha per lo meno uguale diritto di ger. zan alla paternità della voce it. Io credo invece che sia da rigettare assolutamente l’etim. lat., e che sia necessario attenersi alla ger. Difatti l. sanna usato solo da Giovenale vale “derisione, dileggio, scherno”, e sannio-nis adoperato da Cicerone significa “giullare, buffone”. Ora come è possibile il passaggio da questo concetto a quello dell’it.? Il Diez crede di spiegarlo col supporre che l. sanna “digrignare i denti” passasse a denotare “il dente digrignante”. Ora questa ipotesi reggerebbe tutt’alpiù nel caso che la caratteristica dei sanna sanniones fosse stata quella di “digri-