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428 | scherzare — schiacciare. |
dere immediatamente le voci afr. e prov.; ma a fondamento dell’it. dice richiedersi una forma ger. coll’i che che ci è mostra del resto da aat. skirno scirno istrione derisore. Il tema ger. è * skirna a cui spettano: aat. scërnari scërnere buffone, skërnunga oltre alle forme verbali che vedemmo sotto schernire. Nel campo ger. il signif. era uguale pressappoco a quello di scherzo; nè conteneva l’acerbità assunta in it. Del resto tanto aat. skërn quanto mat. schërz hanno la loro radice in aat. scëron essere lieto, giubilare, lascivire, tripudiare Graff 6, 534; e Schmeller 3, 389 paragona e raccosta qui bav. gescher grido, rumore. Fuori del campo ger. abbiamo: a. sl. skrenia buffoneria, skrenovati esser libidinoso; l. scurra butfone [forse da scur-na]. Dial. moden. offre schergnia.
Scherzare, saltabellare, gridare e correre dei fanciulli per giuoco; burlare, ruzzare (Dante, Vit. SS. Pad.). Non ha riscontro nel bl. e nelle lingue sorelle, e riproduce esattamente mat. schërzen saltare d’allegrezza, tripudiare divertirsi, donde tm. scherzen burlare scherzare, e sost. Scherz celia baja giuoco, venuto da mat. schërz giuoco diletto. È chiaro che pel signif. il tm. fa uguaglianza coll’it. più che col suo progenitore del mat. Nel mat. abbiamo anche scharz salto. Il ceppo in discorso è affatto ignoto all’aat. e in generale alle antiche lingue ger., od almeno non è documentato. Il fatto che esso non è passato nè nel bl. nè nelle altre lingue neol., indica ch’esso entrò in it. probabilmente nei primi secoli dopo il mille pei contatti medioevali fra Italiani e Tedeschi. Der.: scherz-evole-oso-o.
Schiacciare, rompere e frangere le cose che han guscio (Dante, S. Greg.). Il Diez lo trae da ger. * klakjan * klekan presupposto da aat. kleken, mat. klecken klechen che valevano “fare squarcio o rottura, tôrre dal posto, fare avanti; produrre scoppio con suono, produrre scricchiolio”. La s iniz. è spiegata con un indurimento eufonico. Il senso nell’it. ha subito una forte specializzazione: da