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ribaldo. 397


all’anno 745 nel testamento di un certo Longobardo Rotopert (v. Meyer C. Sprache und Sprachdenkmäler der Langobarden p. 165-170): ma non uscì di là, o a dir meglio, entrò nelle lingue rom. con forma e signif. alquanto differente: cfr. arring-a-o. L’aat. era hringa, longob. hringa, armilla, collana. V. Appendice.

Ribaldo, scellerato, sciagurato, meschino, povero (Dante, Buti). Rispondono a. sp. port. ribaldo, prov. ribalt, fr. ribaud monello, furfante, ribauda, ribaude, fanciulla sfacciata. Il fr. ribaud che compare sin dal sec. 12º valeva spesso “impudico, lussurioso”. Le voci rom. immediatamente riposano su bl. ribaldus giovane soldato volontario, bandito, libertino, dissoluto. Questo bl. ribaldus ribaldi s’incontra sin dal 923 in un concilio di Sens sotto il vescovo Galtero, poi in Rigordus nel 1189 e in Gug. Brettone; e il più delle volte nel senso di “libertino, dissoluto di Ma donde bl. ribaldus? Il Grimm Deuts. Gramm. 1, 444 lo trasse da aat. raginbald reinbald che pel suo signif. di “determinato, intrepido” [aat. ragin = consiglio; bald = ardito] potè successivamente sviluppare i sensi presentati dal bl. e dalle voci romanze, analogamente a quanto scorgesi in gr. l. tyrannus e l. latro che da un senso originariamente buono passarono ad un cattivo; e l’interpretazione di “ardito e rio uomo” che il Buti dà a it. ribaldo parrebbe confermare una tale etim. Senonchè il Diez osservò che raginbald avrebbe foneticamente prodotto un rambaldo, fr. raimbaut, non mai un ribaldo. Per questo egli considerato che il bl. ribaldus si mostrò primieramente e di preferenza in Francia, e che in Francia il suo signif. dominante era quello di ‘“libertino, dissoluto”1 pose a base di esso l’aat. hrîbâ, hrîpâ, prostituta, donde mat. rîbe d’ug. sig. Da aat. hrîba col suffisso rom. bald si sarebbe formato bl. ribaldus. Il mat. ribalt e bt. ribbalt probabilmente sono

  1. Anche l’odierno ing. ribald = osceno.