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da Gessner che ci offre Reiner, e da Peucer-Eber che ci presenta Reen e Reener nel sec. 16.º Ma il primitivo, di questo elemento era ags. hran ricorrente in Alfredo il Grande († 903), e anrd. hreinn di poco posteriore. Ma secondo il Kluge ed altri queste due forme nordiche non sono quelle che hanno servito di fondamento a quelle rom. e molto meno sono originariamente ger., bensì anch’esse lapponifinniche, come del resto la bestia stessa [finn. reen]. Anzi il Kluge, benchè soggiunga che Alfredo il Grande e Gessner confermano il sospetto dell’orig. lapponica, considerato che ora il lapp. designa questa bestia col vocab. patso, crede che hreinn possa essere estraneo anche a quel ceppo. All’incontro il Faulmann trae ags. hrán, anrd. hreinn da vb. aat. hrînan, separare; cosicchè hreinn varrebbe “dalle corna separate”. Ma questa mi pare una sottigliezza e niente più. V. del resto Renna nell’Appendice.
Rango (neolog.), grado, condizione (Magalotti). Immediatamente è riproduzione di fr. rang, ordine, fila, che con afr. renc, pic. ringue, prov. renc rengua linea, fila, serie, è dal Diez fatto risalire ad aat. hring “cerchio”, e particolarmente “cerchio di persone riunite per uno scopo determinato”; quindi “disposizione circolare”; e così spiegasi la frase afr. «faire renc autour de soi». In seguito l’idea di “cerchio” si dileguò, e non restò che quella di “disposizione, collocazione di persone o di cose su di una stessa linea”. L’aat. oltre a hring ci presenta: hrinc ring rinc, da cui mat. rinc e tm. Ring, cerchio anello: abbiamo poi: ags. hring, ing. ring, afris. hring ring, ol. ring, anrd. hringr, dan. ring, got. * hriggs. Queste voci ger. secondo il Faulmann si connettono a vb. hrinkan hringan ringan, torcere, storcere, lottare, sforzarsi, e la specializzazione del senso in quello di “anello, cerchio”, sarebbe dovuta all’essere quest’ultimo un mezzo di costruzione e di forza. Un’altra derivazione rom. certa e immediata dal vocab. ger. è it. arringa-o, fr. harangue (v. arringa); la forma fr.